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Interviste ai
Presidenti

L’INTERVISTA Marco Bertuzzi

Presidente ACER Bologna

Intervista del 24/02/2023

Fra i problemi più seri che coinvolgono la sua Acer, come nella maggior parte del paese c’è la morosità aggravata dalla situazione politica internazionale e dalla crisi economica. Quali sono i dati della sua azienda?

«La morosità è senza dubbio un problema per tutte le aziende casa, quindi anche per la nostra, ma con numeri di certo inferiori a quelli di altre. Sebbene reduci da anni difficili quali gli ultimi tre, la morosità per Acer Bologna è aumentata di poco e si mantiene attorno al 17%. Vorrei precisare che abbiamo notato non tanto un aumento della morosità, quanto un maggior numero di pagamenti ritardati, dovuti all’impoverimento dei cittadini che vivono nelle nostre case per via dell’emergenza sanitaria, di quella energetica, della perdita del lavoro.

Mi preme anche sottolineare che, consapevoli dei problemi economici dei nostri utenti, abbiamo cercato di andare loro incontro stipulando nel 2022 un accordo con Hera per fornire un contributo straordinario alle famiglie in forte difficoltà economica per le spese di teleriscaldamento.

Oltre 2.100 nuclei hanno potuto usufruire di un contributo variabile tra i 500 e i 700 euro, comprendente contributo ordinario e straordinario. Tra l’altro, gli interessati non hanno dovuto far nulla. Ci ha pensato Acer a verificare tra i propri inquilini quelli aventi i requisiti richiesti e a istruire le pratiche.

Uno sforzo in più per permettere anche alle persone con meno strumenti o non consapevoli dei propri diritti di ottenere aiuto.

In molti casi poi si tratta di morosità incolpevole. Acer Bologna aderisce al protocollo prefettizio sulla morosità incolpevole e quindi, prima di aprire un contenzioso legale, tentiamo tutte le strade per andare incontro a chi è in difficoltà.».

Altro tema comune è quello del pagamento dell’IMU. Qual è la situazione a Bologna?

«Per noi è un problema che non incide molto sul bilancio perché in Emilia-Romagna e in Toscana la stragrande maggioranza del patrimonio abitativo è dei Comuni e quindi non siamo assoggettati al pagamento dell’Imu. Resta l’Imu sui nostri alloggi sociali ed è veramente inspiegabile che la normativa nazionale non preveda l’esenzione su di essa».

Proroga SuperBonus 110, può darci dei dati che coinvolgono la sua azienda?

Quanti sono gli alloggi che hanno approfittato del bonus per riqualificare il proprio stato? E quanti non sono riusciti a farlo, perché?

«Siamo state tra le prime aziende casa a scendere in campo sul tema della riqualificazione energetica degli immobili e ad attivare le procedure per accedere al beneficio, consapevoli che i lavori di efficientamento porteranno vantaggio soprattutto ai nostri inquilini che vedranno diminuire i costi delle bollette.

Il piano di riqualificazione energetica comprende 110 fabbricati, oltre mille appartamenti, divisi in quattro lotti, ubicati a Bologna e in altri comuni della Città Metropolitana di Bologna. In particolare, nella città capoluogo sono previsti interventi su 50 fabbricati (suddivisi tra proprietà del Comune e proprietà dell’Azienda) con oltre mille alloggi interessati.

Acer Bologna procede con due programmi, uno per gli edifici a proprietà mista e uno per gli edifici a totale proprietà pubblica per un totale di circa 90 milioni di euro. Purtroppo, con l’ultimo decreto del governo, laddove le Scia non erano ancora state presentate, saremo costretti a rinunciare a circa il 50% dei lavori programmati. Visto il giro di vite sulle tempistiche, proprio perché siamo una delle aziende più avanti nel programma, sono stato messo a capo della commissione

Superbonus di Federcasa per cercare di ottenere una proroga. Ma non ci sono solo i cantieri del Superbonus 110. Soltanto in città ce ne sono altri 18 molto importanti, per un totale complessivo di oltre 107 milioni di euro. Comprendendo anche i cantieri attivi nell’Imolese si arriva a un importo totale di oltre 150 milioni di euro.

Inoltre, grazie al Pinqua, nel popolare quartiere della Bolognina abbiamo l’occasione di ristrutturare l’ex magazzino fuochisti che si trova all’interno di una delle nostre corti. Si tratta di un edificio molto vasto, su tre piani, che diventerà il primo museo delle case popolari in Italia, proprio a due passi da dove venne costruito il primo palazzo di edilizia popolare a Bologna nel 1906.

Lì confluirà l’archivio storico dei materiali del servizio tecnico di Acer per permetterne la consultazione agli studiosi che tuttora numerosi ne fanno richiesta. Si tratta infatti di documentazione di particolare pregio storico-artistico costituita da disegni, foto, mappe e progetti a partire dal 1905 in poi.

Il museo sarà intitolato alle case popolari operaie della città di Bologna perché queste risultano essere il tessuto edilizio che maggiormente caratterizza la nostra città in età moderna al di fuori del centro storico. Oltre ad attività di studio, vi si potranno svolgere attività museali ed iniziative per i cittadini.»

Avete esperienze di Partenariato Pubblico Privato (PPP)?

«Noi abbiamo un partenariato pubblico-privato con la società di scopo Acer Promos, che fa le manutenzioni ordinarie e straordinarie per conto di Acer sul patrimonio abitativo. Questo ha permesso di compiere, a partire dal 2017, oltre 18.000 interventi di manutenzione l’anno per un fatturato medio di circa 27 milioni di euro l’anno.

Senza dimenticare il progetto “Mille Case per Bologna” attuato dal Comune insieme con Acer, che ha permesso di accrescere nel breve e medio periodo il patrimonio erp e non erp disponibile attraverso un finanziamento straordinario per il ripristino degli alloggi pubblici e il rilancio di nuovi cantieri. Gli alloggi ripristinati hanno superato ampiamente i mille previsti nel programma, attestandosi a oltre 1.600.

Quindi, posso dire che da noi queste esperienze di partenariato funzionano. Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto in questi anni, che segna i livelli manutentivi più alti d’Italia.»

Le “occupazioni” sono in preoccupante aumento. Può darci qualche dato?

«In questo Acer Bologna va davvero controcorrente. Nel corso del precedente mandato, in cui ero vicepresidente, le occupazioni sono state azzerate e continuiamo a mantenerle a quota zero perché la maggior parte vengono sventate sul nascere. Siamo arrivati a questo attraverso un lungo percorso.

Un tratto distintivo di Acer Bologna in questi anni è stato quello del rispetto della legalità, che permette di mettere a disposizione la casa popolare a chi ne ha effettivamente diritto. Altrettanto importante è il controllo continuo e rigoroso dei requisiti di mantenimento dell’alloggio e del rispetto del regolamento d’uso.»

L’Azienda da lei presieduta ha grande attenzione per il sociale. Quali sono state le iniziative più importanti e quelle in corso?

«Il tema dell’abitare richiede un approccio multi-dimensionale e un processo integrato in grado di mettere in collegamento componenti tecnico-gestionali con quelle di tipo sociale, comunicativo e relazionale.

Acer Bologna considera la sua attività gestionale come relazionale a tutti gli effetti, per cui presta molta attenzione alle progettualità con fini sociali nei comparti di edilizia pubblica. Le attività in corso nei diversi comparti riguardano: la tutela e la cura degli spazi comuni; la mediazione sociale, culturale e dei conflitti; l’attivazione di percorsi di protagonismo con un’attenzione particolare ai ragazzi appartenenti alle seconde e terze generazioni di origine straniera; il sostegno alla popolazione più anziana e ai nuclei monogenitoriali.

Tra le attività ludiche e aggregative ha riscosso molto successo la scorsa estate la boxe nelle corti: grazie al partenariato con un’associazione pugilistica è stato montato un ring su cui si sono svolti match di atleti esordienti e professionisti. Contiamo di ripetere l’esperienza anche quest’anno.

Particolare attenzione riserviamo agli utenti più anziani e con disabilità. Bas- ti considerare che nell’erp nell’area metropolitana di Bologna su di un totale di 15.926 assegnatari: il 17,1% ha tra i 65 e i 74 anni; il 15,7% ha tra i 75 e gli 84 anni; l’8,4% ha tra gli 85 e 94 anni.

Di fatto, oltre il 40% degli assegnatari sono over 65 anni e questo è un dato significativamente superiore alle caratteristiche dei nuclei familiari residenti in area metropolitana. Pertanto, si evidenzia che la tendenza all’invecchiamento è generale, ma nell’erp di più.


L’età avanzata si coniuga spesso con la fragilità sociale, la solitudine, la necessità di servizi di prossimità. Inoltre, nel 13% dei nuclei vi sono componenti seguiti dai servizi sociali, a conferma dell’alto tasso di fragilità dei nuclei ERP.

A fronte di questi dati e per garantire maggiore sicurezza e autonomia alle persone anziane all’interno delle proprie abitazioni è partita una sperimentazione gratuita rivolta agli affittuari Acer in locazione permanente in un palazzo riservato agli utenti con più di 65 anni.

La sperimentazione ha lo scopo di dotare gli appartamenti di una tecnologia molto semplice e non invasiva destinata a migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini che li abitano.

L’obiettivo è consentire alle persone fragili coinvolte di mantenere la propria indipendenza il più a lungo possibile in sintonia con gli ambienti in cui vivono.

Un sistema di sensori di cui vengono dotati gli appartamenti fornirà infatti elementi per individuare segnali precoci di allerta, necessari per un’azione di prevenzione della non autosufficienza e per individuare possibili servizi di supporto, in rapporto anche con le altre strutture pubbliche sociali e sanitarie presenti sul territorio.

Per i problemi di persone con disabilità abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con il CAAD (Centro adattamento dell’ambiente domestico) per l’abbattimento delle barriere, l’accessibilità e la fruibilità degli alloggi, l’automazione, la domotica e la sicurezza.

Infine, poiché casa e lavoro sono i due elementi su cui si basa la vita, abbiamo aderito a “Insieme per il lavoro”, un network nato dalla collaborazione tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi che aiuta le persone a formarsi e a trovare adeguati percorsi lavorativi.»..